Supporti identici per forma e dimensioni, dove a fare la differenza sono tecnica e ispirazione.
È «commissione democratica» la definizione che il curatore Flavio Alivernini utilizza per raccontare l idea di Claudio Abate da cui è nata la mostra «Ab Ovo. L origine e la forma», che, fino al 18 aprile, riunisce alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, 64 opere, rigorosamente ovali e «uguali», di nomi più o meno noti, da Carla Accardi, Nunzio e Luigi Ontani ai più giovani Alessia Massimi, Olga Dubatova e Antonio Russo, nati negli anni Ottanta, in un percorso che spazia tra olio, fotografia, installazioni e, soprattutto, generazioni. «L obiettivo – dice Alivernini – è mettere in ideale comunicazione gli autori, facendoli partire dalla stessa base, per consentire un reale confronto. Il risultato è una panoramica sulle esperienze artistiche più rappresentative della contemporaneità». Un vero esercizio di stile che ha portato gli artisti, selezionati da Abate e, per la sezione «giovani», da Alivernini, a confrontarsi con la forma primordiale, l ovale simbolo dell origine, per illustrare il presente della creatività e, attraverso le nuove leve, lanciare stimoli verso il futuro, in un circuito, ovoidale ovviamente, che, nell allestimento di Studio StArtt, fa dialogare le opere tra loro e con gli antichi reperti della collezione museale delle Scuderie, a ribadire la continuità dell arte. Il simbolo si rinnova nella metafora della Fenice, racchiudendo nella sua semplicità, infinite forme e perfino la loro negazione. Nasce così «Senza titolo», croce di macchie in ottone, di Jannis Kounellis, «che – racconta Abate – non aveva mai lavorato prima su ovale ed era poco convinto, poi, stimolato dall idea, ha impiegato appena due giorni per realizzare l opera». Ma anche il «Giro Giro Giro Tondo» di Piero Pizzi Cannella, volo rado di gabbiani nella faccia visibile, che si fa più affollato e cancellato da una pesante croce, su un retro da «sbirciare». O le suggestioni pop, forse occhi di bue da riflettore, di «Blow up”»di Giampaolo Atzeni. Poi i lavori «giovani»: l «Autoritratto» di Paolo Assenza, che emerge dallo sfondo in un gioco di sfumate campiture, i riflessi architettonici di «Bi-tu-me» di Emanuele Beltramini, «L ira di Dio» di Giorgia Fincato, «che lavora solo con una speciale china americana – racconta Alivernini – in un tratto ininterrotto, che ha richiesto sei ore di lavoro». Fino all abbraccio-culla di Flavio Tiberio Petricca, classe 85, che non è, come potrebbe sembrare, solitudine, ma più.
What comes first: art or artist ? All the secrets of inspiration. Valeria Arnaldi
Supporting identical size and shape, with the only difference in technique and inspiration.
It is “commission democratic” definition that the curator Flavio Alivernini uses to describe the idea of Claudio Abate from which came the exhibition “Ab Ovo. The origin and shape ‘, which, until April 18, brings together the Frascati Scuderie Aldobrandini, 64 works, strictly oval and “equal”, names well-known like Carla Accardi, Luigi and Nunzio Alders and younger Alessia Massimi, Olga Dubatova and Antonio Russo, born in the eighties, in a material that ranges from oil, photography, installations, and above all generations. “The goal – says Alivernini – is to put authors in ideal communication, making them start from the same base, to allow a real comparison. The result is an overview of the most representative of the contemporary artistic experiences. ” A true exercise in style that led the artists, selected by the Abbot and section for the ‘young’, by Alivernini, to confront the primordial form the symbol of origin, to illustrate the present creativity and, through the new recruits, throw stimuli to the future, in a circuit, oval shape, curated with the help of stARTT studio, for dialogue between the works among themselves and with the ancient artifacts of the museum collection of Scuderie Aldobrandini, to reaffirm the continuity of art. The symbol is renewed in the metaphor of the Phoenix, enclosing in its simplicity, endless forms and even their denial. That is how “Untitled,” cross spots in brass by Jannis Kounellis was created. “Jannis – says Abate – never worked in oval form and was not convinced, but then inspired by the idea worked two days to create a masterpiece.” But even the “Giro Giro Tondo” by Piero Pizzi Cannella, flight of seagulls and invisible face, which becomes more crowded and in a way canceled by a heavy cross on a back to “peek.” Or pop suggestions, maybe cow eyes in “Blow Up” by Giampaolo Atzeni. Among the young artists the ‘Self-portrait’ by Paul Absence, which emerges from the background in a game of shaded backgrounds, the architectural reflections of “Bi-tu-me” by Emanuele Beltramini, “The wrath of God” by Giorgia Fincato, “Giorgia only works with a special American china, -explains Alivernini – in a continuous stretch, which required six hours of work” Until embrace of the birthplace by Flavio Tiberius Petricca’ 85, which is not, as it might seem, loneliness, but more precisely ‘dissatisfaction. “To act as liaison of union, the enamel mosaics by Domenico Silvestrone, the thickness of resin and fabric of Barbara Salvucci, the mirror “The Voyeur” by Marco Fedele Catrano, alien shadows by Massimo Rizzuto, transforming the form , goes beyond to pass from potentiality to actuality of art creation.
olya dubatova 